Il Primitivo del medico mancato

Era la masseria di famiglia, una macchia candida tra una distesa di vigne a Gioia del Colle, nella Murgia pugliese. Il quarantenne Paolo Patruno l’ha fatta diventare la chiave di volta della sua volta. Ha lasciato gli studi di Medicina e si è dedicato al Primitivo, ripristinando il vigneto di 3 ettari. Una selezione (meno famosa di quella del Primitivo di Manduria) classificata già nel Settecento da un monaco benedettino.
Siamo in collina, 350 metri, e la terra è rossa di minerali. Patruno punta sul metodo biologico e produce 10 mila bottiglie l’anno. Ha scelto una linea mediana: nè eccessiva freschezza, nè troppo invecchiamento nei legni. Il risultato è una struttura consistente e morbida al tempo stesso. Come nel vino di punta della Tenuta Patruno Perniola, il Battaglio. È un Primitivo in purezza, prende il nome dal battente del portone del Castello di Gioia del Colle. Passa dall’acciaio alle botticelle di rovere francese, ha 14 gradi, costa 10 euro. Il critico Paolo Massobrio è convinto che il secondo assaggio, a 24 ore dall’apertura della bottiglia, ne faccia aumentare l’eleganza.
Ecco come si descrive il vignaiolo Patruno:
I primi passi in vigna li ho fatti in compagnia dei nonni. Mi insegnarono tante cose che mi sembravano inutili, e che adesso trovo molto sagge e concrete. Nel 2005 ho lasciato Bari per venire a vivere nella masseria, accanto alla vigna. Produciamo, solo nelle migliori annate, 8-8.500 di Battaglio, Primitivo di Gioia del Colle, secco, barricato 8 mesi, 1-1.500 di Chirintana, Primitivo di Gioia del Colle, dolce naturale per appassimento sulla pianta.
E sulla scelta del biologico:
È la continuazione dei lavori dei nonni, con la profonda convinzione di non voler impattare negativamente sull’ambiente. Il concetto non è limitato al semplice “non usare diserbanti o concimi chimici”, ma è esteso alla salvaguardia della biodiversità, all’uso di fertilizzanti organici senza forzature che stimolino la crescita delle piante, alle rotazioni colturali ed alla lotta integrata. In azienda, abbiamo scelto di utilizzare le acque meteoriche per scopi irrigui ed igienici, caminetti, nocciolino e vinacce esauste (scarti di lavorazione) per il riscaldamento, ed abbiamo intenzione di creare un piccolo impianto fotovoltaico così da renderci autonomi anche dal punto di vista energetico.Era la masseria di famiglia, una macchia candida tra una distesa di vigne a Gioia del Colle, nella Murgia pugliese. Il quarantenne Paolo Patruno l’ha fatta diventare la chiave di volta della sua volta. Ha lasciato gli studi di Medicina e si è dedicato al Primitivo, ripristinando il vigneto di 3 ettari. Una selezione (meno famosa di quella del Primitivo di Manduria) classificata già nel Settecento da un monaco benedettino.

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